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Chip ottici isolineari
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Sistema di stoccaggio e di elaborazione dei dati composto da cristalli di
memoria lineari
entrato nell'uso corrente attorno al 2349 (Relics);
nelle navi federali questa tecnologia è stata adottata a partire dal
2329, sostituendo i vecchi sistemi duotronici (Relics).
Questi chip fanno uso della stratificazione del cristallo ottico a singolo asse.
Le tecniche a matrice di nanoimpulso permettono una capacità totale di memoria di
2,15 kiloquad per chip nel formato olografico standard.
Come le più vecchie periferiche a memoria cristallina, i chip isolineari
ottimizzano
l'accesso alla memoria utilizzando dei nanoprocessori integrati. In queste nuove
periferiche l'alta velocità di elaborazione permette ad ogni singolo chip di
gestire la configurazione
dei dati indipendentemente dai controlli
LCARS, riducendo gli accessi al sistema
di oltre il 7%.
Il substrato del chip è costituito da un'infusione di platino iridio
superconduttivo, che permette
la trasmissione ottica FTL dei dati quando viene messo sotto
tensione dal flusso
subspaziale del nucleo. Questo porta ad un incremento del 335% nella velocità di
elaborazione quando
viene usato in uno dei nuclei principali del computer.
I chip isolineari possono essere rivestiti di un sigillante protettivo
tripolimerico sopra la superficie
dell'interfaccia rifrattiva. Questo permette di maneggiarli senza l'impiego di
dispositivi protettivi.
Così trattati, i chip isolineari vengono usati come un ottimo mezzo per il
trasporto e lo stoccaggio dei dati.
Molti dispositivi portatili come i tricorder o i
PADD ottici
sono in grado di
leggere e scrivere nel formato standard dei chip isolineari.
I Cardassiani dispongono di un dispositivo molto simile, le barrette isolineari.
A bordo di Deep Space Nine alcune barrette sono codificate con un sistema di colori
che ne identifica l'uso:
bianco per i dati relativi alla sezione tecnica e rosso per gli archivi e le
memorie generiche (Shadowplay).